domenica 16 settembre 2007

53 ORDINI DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE ERCOLANO

In un'operazione congiunta anticamorra, svoltasi all'alba, i carabinieri del comando provinciale di Napoli e gli agenti della squadra Mobile della Questura hanno arrestato 53 persone appartenenti ai clan camorristici 'Ascione-Montella' e 'Iacomino-Birra', da anni in lotta tra di loro per il controllo degli affari illeciti nella zona di Ercolano. Nei confronti degli arrestati sono state emesse ordinanze di custodia cautelare in carcere. Sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidi, tentativi di omicidio, traffico di droga, usura ed estorsioni.Durante le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sono stati individuati capi e gregari dei due clan, accertate le attivita' criminali di ognuno degli affiliati, nonche' scoperti mandanti ed esecutori di numerosi agguati, con omicidi e ferimenti, degli ultimi anni, compiuti nell'ambito dello scontro armato. Nel corso dell'operazione stati eseguiti 53 arresti, 44 dei carabinieri e 9 della polizia, sono stati anche sequestrati beni per un valore di 8 milioni di euro. Beni come appartamenti, terreni, fabbriche e perfino un'emittente radiofonica, 'Nuova Ercolano' che, secondo quanto risultato dalle indagini, veniva utilizzata per trasmettere messaggi ai detenuti in carcere. L'indagine, denominata"Reset", colpisce al cuore due clan impegnati in una della faide piu' cruente del napoletano, non solo coinvolgendo elementi di vertice e gregari, ma anche aggredendone i patrimoni accumulati riciclando i proventi del narcotraffico e del 'pizzo' imposto a molti commercianti della zona di Ercolano a Pasqua, Natale e Ferragosto ma anche ogni 15 del mese, seppure con cifre che si aggiravano intorno a 2-300 euro. I sigilli anche per "Radio Nuova Ercolano", gestita da Luca Langella, incensurato fino a un mese fa, quando fu arrestato per porto abusivo d'armi e ora raggiunto da un nuovo provvedimento di custodia cautelare, e Vincenzo Oliviero, pluripregiudicato ed elemento di vertice del clan Birra. La radio inviava messaggi ai detenuti, convocava gli affiliati e dava indicazioni organizzative attraverso messaggi (come "salutiamo XY che e' nuovamente sotto il cielo di Napoli", che era il modo per indicare una scarcerazione), dediche e scelta dei brani musicali da mandare in onda secondo un codice compreso dagli affiliati. Il clan Ascione, poi, dicono le indagini, dopo gli omicidi del 2003, aveva spostato la sua sede operativa a Sestri Levante, in Liguria, dove si era creata una 'colonia' di affiliati. Al termine dell'esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, davanti al Commissariato di polizia di Portici dove erano stati radunati alcuni degli arrestati si sono create due ali di folla, prevalentemente femminile, con le donne degli Ascione da una parte e quelle dei Birra dall'altra. "Con questa operazione abbiamo evitato altri omicidi - spiega il coordinatore della Direzione distrettuale antimafia partenopea Franco Roberti - per un buon arco di tempo non ci dovrebbero essere altre azioni militari dei due clan". Tra i beni sequestrati ci sono sette auto blindate, un negozio di oggettistica, 'Emozioni', nella disponibilita' di colui che e' ritenuto capo clan, Giovanni Birra, nonche' sistemi di videosorveglianza nelle abitazioni di Ciro Villano e Salvatore Viola. Ed ancora, sequestrato anche un gabbiotto blindato davanti l'abitazione di Michele Ascione, figlio del boss Mario Ascione, ammazzato in un agguato, ad Ercolano, nel marzo 2003. Sigilli anche a 13 appartamenti, 3 fabbriche specializzate nella lavorazione di pellame, appezzamenti di terreni per circa 7mila metri quadrati.

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